Masturbation gap, il motivo per cui le donne si masturbano meno degli uomini
Il masturbation gap si sta riducendo, ma è ancora un po' alto: proviamo a capire perché le donne si toccano meno rispetto agli uomini nel 2022.
Il masturbation gap si sta riducendo, ma è ancora un po' alto: proviamo a capire perché le donne si toccano meno rispetto agli uomini nel 2022.
Però esiste un vero e proprio fenomeno che “divide”, che sperequa genere maschile e genere femminile quando parliamo di autoerotismo: questo fenomeno prende il nome di masturbation gap.
L’espressione indica letteralmente la “discrepanza nella masturbazione”, ossia il divario nella frequenza dell’autoerotismo che esiste tra uomini e donne.
Purtroppo, come spesso accade quando si parla di statistica, vengono escluse dai dati minoranze come persone transgender e non binarie, che in realtà non solo potrebbero darci un quadro d’insieme molto più significativo nel fenomeno, ma potrebbero anche aiutarci a comprenderlo meglio e più in profondità.
Sostanzialmente masturbation gap è un’espressione inglese che ci indica come le donne pratichino l’autoerotismo meno rispetto agli uomini.
Una delle cose che possiamo dire è che, grazie a una serie di fattori, questa discrepanza va diminuendo. Una ricerca condotta da Womanizer, un marchio produttore di sex toy, nel 2021 il masturbation gap è stato del 56%. Significa che per ogni 100 uomini che si masturbano, ci sono solo 44 donne che fanno altrettanto (la differenza tra 100 e 56).
Ma il dato è interessante per un altro motivo: nel 2020 il masturbation gap era del 66%, quindi per ogni 100 uomini praticavano la masturbazione solo 34 donne. Nella ricerca di Womanizer inoltre il 33% delle donne intervistate ha affermato di non toccarsi affatto, mai, contro il 14% della controparte maschile.
Le ragioni che causano il masturbation gap possono essere molteplici. Possono avere a che fare con
Certo, come accennato, alcuni di questi problemi riguardano anche gli uomini. Nel saggio del 1830 Chi si tocca muore (tradotto in Italia nel 2019 da Piero Manni), all’autoerotismo maschile erano associate una serie di malattie che portavano alla consunzione e alla morte.
Ma i tabù maschili, come per ogni questione di emancipazione sociale, sono stati infranti ben prima di quanto sia accaduto alle donne. Queste ultime hanno infatti dovuto attendere la rivoluzione sessuale e la cultura hippie per iniziare ad approcciarsi al proprio corpo senza tabù (ma anche e soprattutto studi come quelli di Kinsey e Masters, come sottolinea Psychology Today).
Quindi il fattore culturale nel masturbation gap è preponderante rispetto al resto, tanto più che la succitata ricerca di Womanizer ci dice anche che desiderio e libido presentano più o meno le stesse percentuali in uomini e donne.
La questione ha a che vedere anche con la rivisitazione del peccato di Onan, un personaggio della Bibbia che non riuscì a mettere incinta la moglie e che dal 1700 iniziò a essere ritratto come dipendente dall’autoerotismo (da cui il termine “onanista”). Furono diversi i medici che si accodarono a questo immaginario collettivo, dipingendo quindi la masturbazione come foriera di malattie.
Almeno fino a Sigmund Freud, che trovò come l’autoerotismo altro non fosse che l’introduzione alla sessualità che ogni persona potrebbe fare. Persona che, se messa di fronte a terribili sensi di colpa e paura delle malattie, rischia di generare un rapporto insano con il proprio corpo e l’amore fisico.
I cambiamenti culturali e lo spirito del tempo potrebbero aver giocato un grosso ruolo nella riduzione del masturbation gap. Ma teniamo anche presente che stiamo per uscire da una pandemia e quindi i dati del masturbation gap possono anche rispondere a un bisogno sessuale che in questi tempi difficili di distanziamento sociale non è stato soddisfatto se non, molto spesso, in solitaria.
Quindi se è vero che le donne sono spesso sempre più emancipate anche dal punto di vista erotico, è anche vero che dal 2020 fino al 2022 il sesso in due (o più di due) ha rappresentato un pericolo sanitario se parliamo di rapporti occasionali o comunque con partner non consolidati.
La riduzione del masturbation gap ha giovato all’industria dei sex toy, questo è innegabile, così come in generale una maggiore diffusione dell’autoerotismo nel corso della pandemia. In commercio esistono diversi giocattoli erotici dedicati a chi è munito di una vulva o di una clitoride, per cui le donne che si sono approcciate per la prima volta all’autoerotismo hanno avuto varie possibilità a propria disposizione, oltre a quella di fare tutto “a mano libera”. Non a caso chi conduce questa ricerca è appunto un produttore di sex toy.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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