Cos'è il neo tantra e come il sesso neotantrico può rivoluzionare il piacere
Si crea spesso una confusione tra tantra e neo tantra: scopriamo insieme differenze, principi e pratiche, anche legate alla sessualità.
Si crea spesso una confusione tra tantra e neo tantra: scopriamo insieme differenze, principi e pratiche, anche legate alla sessualità.
Talvolta anche il Kamasutra è citato come libro tantrico, ma erroneamente, come spiega la sex coach Carolina Benzi in questa intervista.
Rispetto al tantra spesso sono state fatte mistificazioni su pratiche sessuali rituali, perché, nonostante ci siano nella sua filosofia lignaggi che portano il praticante a confrontarsi con il proprio corpo, parliamo di una pratica molto più spirituale e metafisica, che pur non richiedendo l’ascetismo al praticante ha poco a che fare con il sesso fisico di per sé.
Esiste il tantra ed esiste il neo tantra: è la prima cosa che dobbiamo sapere. Quest’ultimo ha iniziato a diffondersi in particolare in Occidente, a partire dagli anni ’70-’80 e grazie alla diffusione della dottrina di personaggi come Osho, Ram Dass e Timothy Leary.
La sessualità è una componente di tantra e neo tantra, ma se nel primo non è un fine specifico, fa parte di un tutto, della ricerca di un equilibrio che è al tempo stesso cosmico e interiore, nel neo tantra la componente fisica ed erotica è sicuramente più forte.
Il neo tantra è una disciplina filosofica non codificata, basata sul tantra tradizionale e contaminata, nel tempo, da diverse influenze orientate verso l’erotismo e la ricerca del piacere. E, come spiega All Things Tantra, ci si riferisce al neo tantra anche come sessualità tantrica o sessualità sacra.
Per capire meglio, si deve seguire una linea temporale. L’“invenzione” del neo tantra risale a circa un secolo fa, a opera di Alistair Crowley e Pierre Bernard, che avevano conoscenza ma non pratica del tantra. Nel tempo, queste idee furono messe in correlazione con il movimento di liberazione sessuale e con il femminismo, per poi giungere a Osho, che ne creò una versione popolare e diffusa.
Come riporta Trusted Body Work, la traduzione di tantra significa intreccio: quest’intreccio rende tutto interconnesso, una struttura di substrato su tutto ciò che è. Il tantra tradizionale, che richiede impegno e dedizione, è una pratica iniziatica che si basa su una serie di tratti e che si studia con un guru: rituali, adorazione delle divinità, utilizzo dei mantra, rispetto del corpo che è considerato sacro.
Tra i rituali del tantra tradizionale inoltre ci sono alcune pratiche (molto poche, tante da essere contate sulle dita di una mano) che hanno a che fare con la sessualità, ma il sesso non è di per sé una pratica spirituale, almeno che non si giunga a uno stato di liberazione energetica. In generale, le differenze tra tantra e neo tantra sono:
Il neo tantra combina pratiche da fonti diverse, dalla danza alla psicologia. Una delle tecniche più conosciute, e che non ha origine nel tantra tradizionale, è il massaggio tantrico: si tratta di un momento molto intimo tra chi lo esegue e chi lo fruisce, per cui è richiesta una grossa dose di fiducia tra le parti. Gran parte degli esercizi che si eseguono mescola pratiche energetiche e sessuali.
La connessione, nel sesso neotantrico, avviene attraverso il tatto: è da qui che tutto parte per connettersi con il proprio partner e suscitare energia sessuale. Il sesso è in questo caso un insieme di pratiche energetiche volte all’armonia della coppia e alla ricerca del piacere: il nostro corpo è il canale attraverso cui si sprigiona questa energia, in modo da raggiungere consapevolezza e liberazione.
Il sesso dovrebbe essere sempre una questione di connessione tra persone. Non stiamo parlando necessariamente di sentimenti, ma del concentrarsi su un atto, dell’essere presenti a se stessi, cosa che non sempre avviene senza il tantra.
Essere connessi significa comprendere i punti di piacere l’uno dell’altro, condividere un momento che rappresenta appunto una fusione di energia, non solo di corpi. E il sesso neotantrico dà centralità al piacere e alla sua ricerca. Non c’è niente qui che sia un tabù: conta solo, appunto, ciò che è vero per se stessi. E la verità in questo caso equivale alla sensorialità del corpo.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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