In queste pagine abbiamo parlato spesso di punto G. Abbiamo parlato delle statistiche relative all’orgasmo vaginale. Delle posizioni migliori per raggiungerlo. Ma c’è sempre un dubbio strisciante che resta sospeso nell’aria: il punto G esiste oppure no? Gli orgasmi vaginali sono quindi un mito come sostengono alcuni uomini? Se vivessimo in una celebre canzone rap, risponderemmo che «la lingua batte dove il clito ride». Ed è certo che la conoscenza del corpo – e soprattutto del clitoride – è fondamentale in qualunque rapporto sessuale che sia soddisfacente. Ma c’è un fatto: secondo un articolo pubblicato da HealthLine, il 18% delle donne raggiunge orgasmi vaginali solo con la penetrazione. Quindi sì, è possibile, non è un falso mito. Così come il punto G non è una leggenda metropolitana.

Perfino Wikipedia risale a tutto il dibattito scientifico che ancora oggi è vivo sull’esistenza del punto G. In generale, è bene sapere che il luogo in cui si trova è la parte anteriore e posteriore della vagina – a una profondità di circa 10 centimetri quindi – dove uno studio del 2006 pubblicato su PubMed ha indicato l’esistenza di una considerevole densità di terminazioni nervose. Lo studio in questione è stato condotto su 21 donne, per un totale di 110 biopsie effettuate su di loro. Il punto G viene individuato appunto dalla densità nervosa che è stato stimato essere presente in un punto specifico e non in altri della vagina.

Le donne – si legge nell’abstract – possiedono terminazioni nervose vaginali sufficienti così che la stimolazione tattile della vagina porti all’orgasmo. Comunque, ci sono pochi studi anatomici che hanno caratterizzato la distribuzione dei nervi attraverso la vagina umana. […] I nervi vaginali sono allocati normalmente nella parete vaginale anteriore e posteriore, includendo apice e cervice. Non c’è un posto della vagina con una densità nervosa maggiore.

Tornando all’articolo di HealthLine, si legge che in ogni caso il punto G non è separato dall’intero organo sessuale ma è strettamente collegato al clitoride. In altre parole, quando si stimola il primo risponde anche il secondo. E comunque quel punto non è lo stesso da donna a donna, forse è per questo che è così difficile trovarlo. Tanto che l’articolo consiglia l’autoesplorazione, prima ancora che un’esplorazione di coppia con il proprio partner, inserendo un dito o un sex toy nella vagina e massaggiando varie parti alla ricerca della zona giusta per ognuna di noi.

Come per altre zone erogene – si legge – le preferenze possono cambiare da persona a persona. […] non c’è un modo giusto o uno sbagliato per raggiungere l’orgasmo. Non tutte le donne trovano soddisfazione attraverso la stimolazione del punto G, e va bene. Ricordate che la masturbazione è completamente normale e può essere una parte salutare di ogni relazione. Prendetevi del tempo per esplorare le vostre preferenze, potete usare l’informazione per istruire il vostro partner su ciò che vi piace di più durante il sesso.

Tra le posizioni sessuali del Kamasutra più indicate, come molti altri siti, anche HealthLine suggerisce la cowgirl – da provare anche nella variante cowgirl rovesciata – o il doggy style. Ma in generale ciò che non cambia è il fatto che la scienza ci può aiutare a conoscere il nostro corpo e la nostra sessualità, ma non deve diventare un’ossessione, altrimenti non ci si diverte più. È giusto lasciare, come sempre accade, la scienza agli scienziati, e concentrarsi, noialtre, tra le lenzuola.

Per ogni studio che noi citiamo sull’esistenza del punto G ne spunterà sempre un altro che lo sconfessa. Accade praticamente dalla notte dei tempi. Quello che è importante è capire se quello che accade sia a causa di un retaggio maschilista – ossia il piacere dell’uomo che viene prima di quello della donna – o semplicemente perché queste terminazioni nervose esistono. Maria Bonaparte era ossessionata dai clitoridi delle donne basse. Ci accadrà qualcosa di analogo ma per il punto G?

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