Sesso sicuro: l’importanza dell’educazione sessuale
I consigli su come praticare il sesso sicuro: l'argomento dovrebbe essere trattato nelle scuole, accanto, forse, anche a un po' di educazione sentimentale.
I consigli su come praticare il sesso sicuro: l'argomento dovrebbe essere trattato nelle scuole, accanto, forse, anche a un po' di educazione sentimentale.
Il sesso sicuro consiste nell’avere rapporti sessuali senza conseguenze. Un tempo gran parte delle conseguenze, in Occidente almeno, riguardava le possibili gravidanze indesiderate, ma con il progredire della medicina il concetto si è allargato a tutte le malattie a trasmissione sessuali, da quelle più pericolose o recidivanti come Hiv, epatite, herpes, gonorrea o clamidia (solo per citarne alcune), a quelle più comuni come l’influenza o, negli ultimi anni, il Covid.
Da questo si capisce perché il sesso sicuro è imprescindibile: ovvero perché ci tutela da conseguenze legate alla salute e non solo, che potrebbero avere un certo impatto in termini di ricadute negative sulla nostra vita.
Non tutti i metodi contraccettivi garantiscono di fare sesso sicuro. Per esempio alcuni di essi tutelano da gravidanze indesiderate con una certa percentuale di precisione, ma non dalle malattie sessualmente trasmissibili: tra questi rientrano la pillola, il diaframma, la spirale, l’anello vaginale, il cerotto e il contraccettivo sottocutaneo. Ma comunque nessuno ha un’efficacia del 100% anche contro le gravidanze.
Prendiamo la minipillola a titolo di esempio, quella che le donne devono assumere per un tot di giorni al mese: se scordate anche solo per un giorno di prenderla, l’efficacia viene meno. Stesso discorso per la pillola del giorno dopo o dei 5 giorni dopo, che sono contraccettivi d’emergenza, e vanno assunti entro un tot di ore dal rapporto a rischio gravidanza: se sforate, non è detto che funzioni.
Poi ci sono i contraccettivi naturali, che sono sconsigliabili: non solo non mettono al riparo dalle malattie, ma possono fallire anche sul fronte del rischio gravidanza indesiderata. Tra essi ci sono il metodo Ogino-Knaus, che riguarda il conto dei giorni del mese per valutare l’ovulazione e la misura della temperatura basale, e il metodo Billings, che invece consiste nell’osservazione del muco cervicale. Ma, come ogni persona che abbia le mestruazioni sa, non solo il ciclo mestruale cambia (a volte in alcuni periodi, per alcune persone di mese in mese), ma soprattutto risente di variabili non prevedibili come lo stress o l’aumento o la diminuzione repentina del peso corporeo.
Ci sono dei contraccettivi però molto efficaci sul piano del sesso sicuro: sono il condom e il femidom, ovvero rispettivamente il preservativo maschile e quello femminile. Hanno entrambi un’efficacia che si aggira tra il 98 e il 99%, ma può accadere anche un imprevisto. Per esempio il profilattico può essere indossato male, per inesperienza o nella frenesia della passione magari, si può rompere, può restare incastrato nella vulva o ancora ci si può sporcare.
In questi casi si ricorre al contraccettivo d’emergenza per evitare eventuale gravidanza, oppure si eseguono degli esami del sangue periodici nel caso si sappia poco del partner con cui si è avuto il rapporto per monitorare eventuali infezioni. Naturalmente anche la data impressa sul preservativo ha una sua logica: berreste del latte scaduto e aperto da molti giorni in frigo? Ovviamente no. E la stessa cosa vale per i profilattici.
Come detto, gran parte delle malattie sessualmente trasmissibili è pericolosa per diverse ragioni. L’Hiv, per esempio, se non curata e trascurata (magari perché non fate neppure l’esame periodico del sangue), può evolvere in Aids, malattia che porta alla morte dopo gravi sofferenze oltre che spesso a un’ingiustificata emarginazione sociale.
L’herpes o la clamidia sono recidivanti, soprattutto se non curate adeguatamente (a volte la clamidia è perfino asintomatica): una volta presi, possono tornare nel corso della vita anche se non ci si infetta nuovamente in senso stretto.
L’epatite, come suggerisce il nome, colpisce il fegato se non viene curata. Va da sé quindi che la prevenzione deve essere attuata da tutti e tutte. Ma ci vuole anche una corretta informazione.
Da chi può venire l’informazione sul sesso sicuro, che deve essere seria, capillare e a 360 gradi? Ovviamente dall’educazione sessuale, soprattutto se inserita all’interno del percorso scolastico, affinché riguardi preadolescenti e adolescenti. C’è chi ancora in questo terzo millennio alza il sopracciglio o si scandalizza: non possiamo impedire che i giovanissimi facciano sesso, ma possiamo aiutarli ad arrivarci in maniera consapevole.
L’educazione sessuale non è un invito ad avere rapporti, ma a dare le informazioni giuste affinché al primo rapporto e ai successivi ci si giunga con consapevolezza, soprattutto riguardo ai rischi.
Ci aggiungiamo una postilla. Non guasterebbe, accanto all’educazione sessuale, anche un po’ di educazione sentimentale. Non sempre si è emotivamente pronti ai rapporti: la maturità arriva a età differenti e l’età del consenso non basta. Chi ha potuto beneficiare dei corsi di educazione sessuale che si tenevano abbastanza capillarmente negli anni ’90 sa che accanto a una ginecologa o a un ginecologo, agli psicologi, erano previsti anche incontri con un esperto di morale, che solitamente era un sacerdote. Non era un approccio ottimale: far capire ai giovani che il sesso è proibito, scatenerà solo la loro giustissima curiosità.
È invece più importante far capire come l’erotismo abbia delle conseguenze anche sul piano emotivo: il sesso non è sempre amore, anche se molti adolescenti possono o non possono essere romantici. Capire cosa fare per sé se il giorno dopo il partner non ci richiamerà, mette in salvo da ripercussioni psicologiche che possono segnare un ragazzo o una ragazza che si affaccia al sesso per la prima volta.
Una piccola premessa è d’obbligo. Un articolo su Hopkins Medicine spiega come i medici ritengano che non esista il sesso sicuro e che forse è più corretto parlare di sesso consapevole. Questo perché non solo il preservativo non è sicuro al 100% e quindi solo l’astensione permette di tutelarsi da malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate. Ma, come già accennato, è impossibile impedire ai giovani (ma anche agli adulti) di avere rapporti. Quindi ci possono essere dei consigli per raggiungere questa consapevolezza.
Di solito la monogamia può essere una delle chiavi, almeno per non incorrere nel rischio di malattie sessualmente trasmissibile. Un solo partner sessuale, di cui si sa tutto e con il quale ci si sottopone a esami del sangue periodici rappresenta un grande aiuto. È altrettanto fondamentale conoscere la storia sessuale pregressa del proprio partner (e raccontare la propria), anche in un’ottica legata a eventuale uso di droghe endovenose (che possono essere veicolo, quando vengono a mancare le condizioni igieniche minime, delle malattie che in genere si trasmettono sessualmente).
Non sarà sicuro al 100% ma riduce tantissimo il rischio. Esplorate, cercate di capire quello che fa meglio al caso vostro e che è gradito anche al partner, soprattutto in presenza di allergie. I profilattici in commercio oggi sono tanti e tali che c’è solo l’imbarazzo della scelta. E non dimenticate che questo non vale solo per i rapporti penetrativi, ma anche per il sesso orale.
Il consumo di alcol o droghe può abbassare la soglia dell’attenzione e quindi impedirci di mettere in atto le accortezze fondamentali per il sesso sicuro.
La donne non dovrebbero farsi la doccia subito dopo il rapporto: l’acqua potrebbe lavare via gli spermicidi utilizzati dal contraccettivo e inoltre l’eventuale infezione si potrebbe estendere ad altre parti del corpo (per esempio quando parliamo di herpes). È importante anche controllare il proprio corpo: alcune di queste malattie provocano piaghe, vesciche, eruzioni cutanee o secrezioni, quindi trovare eventuali segni su di sé o sul partner è ottimale.
Gli esami periodici possono dirci molto sul nostro stato di salute: bisogna sottoporsi a esami del sangue dedicati oltre che al Pap test, gli esami pelvici e tutto ciò che può servire per individuare possibili malattie a trasmissione sessuale. I risultati di questi esami vanno condivisi con il partner e viceversa.
Esistono rapporti sessuali che non comportano penetrazione, contatto di mucose o scambio di fluidi. Non c’è un solo modo per fare sesso, ma ce ne sono tanti meno rischiosi del “classico” rapporto penetrativo.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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