Vr porn: ci attende davvero un futuro di sesso virtuale?
Il vr porn sta conoscendo un vasto incremento di pubblico dall'inizio della pandemia: ecco di che cosa si tratta dal punto di vista della produzione ma anche della fruizione.
Il vr porn sta conoscendo un vasto incremento di pubblico dall'inizio della pandemia: ecco di che cosa si tratta dal punto di vista della produzione ma anche della fruizione.
Non si tratta solo dei rapporti occasionali, ma anche per le coppie collaudate e conviventi il rischio di contagio passa anche attraverso il sesso. Tanto che in molti cercano di capire quali siano le alternative ai rapporti “tradizionali” e tra queste alternative c’è naturalmente il vr porn.
Si tratta letteralmente di porno in realtà virtuale (letteralmente l’espressione sta per virtual reality porn). Ossia di video e film porno che permettono un’interazione virtuale con lo spettatore.
Gli accaniti lettori di hentai da alcuni decenni conoscono questo tipo di pornografia, che ovviamente nei manga è spesso avveniristico e permette la stimolazione dei genitali direttamente dal dispositivo. Un esempio lo si trova in Golden Boy, dove i dispositivi vr sono utilizzati per raccogliere i segreti e i sogni più reconditi di un gruppo di studenti attraverso i loro desideri e le preferenze sessuali.
In commercio esistono moltissimi dispositivi per la realtà virtuale, che constano di un visore, che può essere costituito da un casco oppure da occhiali, una coppia di auricolari, i guanti e una tuta per tutto il corpo.
Ma a volte c’è anche chi guarda questi video porno semplicemente dal computer, utilizzando un mouse o un joystick per interagire. Chiaramente l’impatto realistico cambia molto in quest’ultimo caso.
Ci sono inoltre vari tipi di video porno virtuali che sono diffusi da diverse piattaforme: i più comuni sono i deepfake, in cui si sovrappone un volto ignaro a quello di un pornoattore o di una pornoattrice, e anche i video a 360 gradi, che consentono un’esperienza immersiva e ricca di stimoli, perché nel filmato possono essere presenti diversi gruppi di “persone” e questo tipo di video ci permette di vederli da tutte le angolazioni.
Le persone – dice la regista Erika Lust, che realizza appunto video porno a 360 gradi – stanno consumando più contenuti per adulti ultimamente e credo che a un certo punto potrebbero desiderare qualcosa di più interattivo e, in qualche modo, più liberatorio del porno 2D. Puoi sperimentare un maggiore coinvolgimento emotivo e un diverso tipo di interazione sensoriale con il vr porn. Quindi immagino che le persone che lo guardano potrebbero sicuramente sentirsi meno sole e dare una spinta al loro umore alleviando lo stress che potremmo provare in questo momento.
Secondo Insider, durante il lockdown di marzo-aprile 2020 c’è stato un incremento nella fruizione della pornografia (tanto che PornHub ha reso gratuito per un periodo il profilo premium). Il 20 marzo 2020 per esempio si è registrato sulla piattaforma un aumento del traffico del 13,7% rispetto a una giornata media, mentre il 24 marzo l’incremento si è attestato al 18,5% (anche in forza dei servizi gratuiti). Su PornHub il vr porn è una categoria in continua crescita, da quando è stata inserita nel 2016.
Anche Vr Bangers ha registrato una crescita delle vendite del 30% dall’inizio della pandemia. In tempi non sospetti, cioè prima del coronavirus, Insider si occupò comunque del fenomeno, scoprendo che nel 2018, secondo SuperData, l’industria della realtà virtuale ha guadagnato 3,6 miliardi di dollari: il 60% dei video in realtà virtuale è ospitata su siti porno.
BigThink si sofferma in particolare sui numeri italiani, perché l’Italia è stato il primo Paese europeo a entrare in lockdown. L’uso del porno nel Belpaese è aumentato del 57% dal 12 marzo, mentre nel Regno Unito e negli Stati Uniti l’incremento è stato più lento ed è arrivato molto dopo.
Sul fronte morale (e legale), la questione è però molto diversa dagli entusiasmi che emergono dal risvolto economico. Sul Guardian, l’esperta di etica Rachel Thomas ha spiegato che il 96% di tutti i video deepfake sono pornografici e vengono usati per molestare, ricattare e terrorizzare le donne. E al momento il sistema legale non è ancora sufficientemente aggiornato per poter regolamentare ciò che avviene con la realtà virtuale: in altre parole chi realizza questi deepfake porno a scopi criminali può essere accusato al momento di minacce o estorsione, ma la verità è che in primis è legale realizzarli perché ancora non è stato formulato un reato corrispondente.
E in più c’è chi teme per il posto di lavoro.
Molti dei personaggi nelle nostre esperienze sono generati dalla computer grafica, quindi i deepfake generati da tutto il corpo sono simili a ciò che facciamo – ha spiegato la performer per adulti Ela Darling – Alcune persone temono che arriveremo a un punto in cui non avremo più bisogno di artisti, perché puoi creare umanoidi con l’intelligenza artificiale e penso che sia qualcosa che potrebbe essere dannoso per gli artisti del settore.
È l’opzione più sicura in questo momento come sfogo per i bisogni sessuali – ha spiegato la regista, scrittrice e attrice porno Kayden Kross, riferendosi alla pandemia – C’è molta noia, forse anche nuova curiosità dopo che molte persone hanno ripetuto le loro solite routine più e più volte a casa e sono alla ricerca di novità.
Il pensiero di chi il vr porn lo produce non è diverso da quello di chi lo fruisce. Come il 38enne Martin, che si è accostato a questo intrattenimento per adulti per caso, con un banner su un sito di streaming, per allontanare la tensione dopo una giornata di lavoro.
L’esperienza ha superato le aspettative – ha raccontato – quindi ho iniziato a comunicare regolarmente con le ragazze in vr. Questo è un ottimo servizio con ragazze fantastiche. È vero che è il loro lavoro, ma sono sempre affidabili e positive. Comunico con le ragazze, mantenendo la massima segretezza. È molto comodo oltre che eccitante. Dopo aver usato il vr porn mi sento meglio, più rilassato, più socievole di prima. Gli utenti devono solo indossare gli occhiali e divertirsi.
Uno dei risvolti più interessanti del fenomeno è però la sperimentazione. Togliendo al sesso la “barriera” del pudore dal vivo, si può conoscere meglio il proprio corpo, provare nuove posizioni o nuove pratiche. Per esempio i film di Erika Lust non sono trasmessi in live streaming ma vengono riprodotti come un video porno in 3D. E in essi si ha la possibilità di sperimentare la propria sessualità in un ambiente sicuro e non giudicante.
Potresti esplorare cosa significa essere una sottomessa o in una relazione Bdsm prima di cercare effettivamente questi scenari nella vita reale – ha detto la regista – Forse pensi di avere una preferenza per qualcosa ma non ne sei ancora sicuro al 100%. Inoltre il vr porn può anche essere usato in modo educativo per conoscere il tuo corpo e anche come interagire con gli altri.
Anche il mondo del dating si sta trasformando a causa della pandemia, diventando “maggiormente” virtuale. Marvi Santamaria, in un articolo su TheVision, ha spiegato che chi utilizzava le app di dating prima del lockdown ora preferisce chiamare e videochiamare i suoi contatti per via del rischio del contagio. Questo corrisponde alla trasformazione da sesso occasionale dal vivo a sesso occasionale via telefono.
I dati parlano chiaro: Tinder ha beneficiato di un aumento delle conversazioni telefoniche del 39%, con un incremento del 28% della lunghezza delle conversazioni. L’incremento per OkCupid è stato del 30-40% dall’inizio della pandemia.
Tra le alternative ai rapporti sessuali tradizionali (soprattutto quelli occasionali, c’è chi pensa di rispolverare il glory hole, cioè i rapporti penetrativi attraverso una barriera con un buco per farci passare il pene). Santamaria su Instagram consiglia anche la masturbazione tradizionale, la creatività con posizioni nuove e barriere fisiche per evitare il contatto faccia a faccia e naturalmente l’utilizzo della mascherina.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?