Sono poco conosciute, ma ricoprono funzioni utili per l’apparato genitale femminile: le ghiandole di Skene prendono il nome dal primo scienziato che ne ha parlato e sono implicate nella lubrificazione vaginale. È importante conoscerle non solo per sapere meglio come funziona il nostro corpo, ma anche perché, se gonfie o infiammate, possono provocare fastidi da curare. Vediamo meglio cosa sono le ghiandole di Skene e il loro ruolo.

Ghiandole di skene: cosa sono?

Le ghiandole di Skene sono delle strutture che fanno parte dell’apparato genitale femminile esterno e si trovano più in particolare nella cute tra le piccole labbra, in prossimità dello sbocco dell’uretra distale. Sono di forma rotonda, posizionate simmetricamente ai lati superiori dell’orifizio vaginale. Non sono palpabili e non è facile vederle a occhio nudo, data la loro piccola dimensione, ma se si osserva attentamente si possono riconoscere. Le ghiandole sono collegate alla vulva attraverso i cosiddetti Dotti di Skene.

Il nome delle ghiandole deriva dallo scienziato Alexander Skene, che per primo ne ha parlato nel 1880, anche se probabilmente sono state studiate anche in precedenza. Dal punto di vista medico, esistono termini scientifici con cui si fa riferimento ad esse: ghiandole parauretrali, ghiandole periuretrali esocrine, ghiandole vestibolari minori, prostata femminile. Quest’ultimo nome è stato dato alle ghiandole di Skene perché da alcuni studi è emersa una somiglianza tra le due strutture, e tra i liquidi secreti dai dotti di Skene durante l’eccitazione femminile e quelli dalla ghiandola prostatica maschile.

Le funzioni delle ghiandole di Skene

L’apparato genitale femminile è composto da una serie di ghiandole, di cui fanno parte anche le ghiandole di Skene. La loro funzione, così come ad esempio le ghiandole di Bartolini, è fondamentalmente per la secrezione di una sostanza viscosa e incolore, fluido implicato nella lubrificazione della vagina durante l’eccitazione femminile. Sappiamo infatti quanto questa sia importante affinché il rapporto sessuale, in particolare la penetrazione, risulti soddisfacente e non doloroso.

Con l’avvento della menopausa, o in altre particolari condizioni di stress o per via di infiammazioni, avvengono cambiamenti nelle strutture della vagina, e si alterano anche i processi che portano le ghiandole di Skene a produrre il liquido lubrificante, causando anche secchezza vaginale. In questi casi è importante comprendere la causa, che può essere psico-fisica o semplicemente fisiologica, e capire come migliorare la situazione: se è necessario rivolgersi al medico, o se si può risolvere con il proprio partner.

In alcune donne inoltre le ghiandole di Skene sono le responsabili dell’eiaculazione femminile, meglio conosciuta come squirting o gushing. Non è ancora chiaro il meccanismo esatto che porta alla fuoriuscita involontaria e copiosa di liquido secreto dalle ghiandole parauretrali, ma si conosce il legame tra le ghiandole parauretrali e il fluido che secernono, e l’azione di eiaculazione.

Ghiandole di Skene gonfie o infiammate: cause

ghiandole di skene
Fonte: iStock

Le ghiandole di Skene possono essere colpite da alcuni disturbi, che riguardano soprattutto infezioni o infiammazioni. La maggior parte di queste complicanze si presenta in maniera asintomatica, ma se le ghiandole si gonfiano rischiano di diventare molto fastidiose e dare problemi. Le cause sono diverse, ed è importante effettuare una diagnosi per comprendere l’origine del problema e curarlo.

Cisti di Skene

Uno dei disturbi che colpisce maggiormente le ghiandole di Skene sono le cisti. La loro formazione avviene per via di un’ostruzione dei dotti escretori, e del conseguente ristagno di liquido. La causa che provoca cisti non è sempre chiara e identificabile, ma spesso è correlata a lesioni traumatiche, infezioni e processi infiammatori. La maggior parte delle cisti non provocano sintomi e rimangono di piccole dimensioni, mentre se crescono possono determinare grande fastidio, soprattutto nella deambulazione e durante i rapporti.

Nei casi più gravi si possono manifestare anche dolore, irritazione e dispareunia. Le cisti alle ghiandole parauretrali colpiscono le donne in età compresa tra i 20 e i 30 anni: se si rileva un ingrossamento in donne in menopausa, è importante ricorrere alla diagnosi medica per escludere la presenza di tumore. Le cisti solitamente non necessitano di trattamento specifico, perché non creano fastidio o passano in poco tempo. Se i sintomi sono più gravi e permanenti è consigliato consultare il medico.

Ascesso

L’ascesso è una possibile complicazione delle cisti alle ghiandole di Skene. Quando infatti il liquido contenuto nella ciste si infetta, si può creare la penetrazione di micorganismi patogeni che formano una raccolta di pus, chiamata appunto ascesso. Questo diventa di dimensioni maggiori, determina arrossamento, sensibilità e forte dolore intorno alle ghiandole, può provocare secchezza vaginale, secrezioni di colore giallastro e talvolta anche febbre.

Solitamente gli ascessi alle ghiandole di Skene sono causati da microbi tipici di infezioni dell’apparato sessuale. I più diffusi sono gli agenti responsabili di gonorrea, clamidia o escherichia coli. Il trattamento degli ascessi avviene attraverso la somministrazione di antibiotici e al drenaggio per favorire la fuoriuscita del pus. Per trattare le recidive si può ricorrere alla marsupializzazione o all’intervento chirurgico di asportazione della ciste.

Skenite

Con questo nome si identifica l’infiammazione che colpisce le ghiandole di Skene e può interessarne solo una o entrambe. Si manifesta con gonfiore delle grandi labbra, dolore acuto, arrossamento e irritazione della cute, senso di peso al basso ventre, secchezza e prurito locale. L’apparato sessuale è una zona del corpo molto delicata, che necessita di igiene quotidiana, ma non troppo aggressiva per mantenere il giusto equilibrio della flora batterica.

Di conseguenza, specialmente in condizioni igieniche scarse o in periodi di abbassamento delle difese immunitarie, è facile essere colpiti da infezioni vaginali, o vaginiti, che sono la principale causa di skenite. Per il trattamento dell’infiammazione il medico prescrive antinfiammatori o antibiotici, e si risolve in pochi giorni. Tuttavia, se non trattata correttamente, può dare vita a una ciste.

Tumori alle ghiandole di Skene

Si tratta di una condizione rara, ma può accadere che un tumore alla vulva crei trasformazioni neoplastiche alle ghiandole di Skene. Il tumore alle ghiandole si presenta come un nodulo duro e irregolare che può provocare escoriazioni, dolore, prurito. Nei casi più gravi si manifestano anche necrosi, sanguinamento e secrezioni acquose. La terapia di formazioni neoplastiche dipende dallo stato nel quale riversa il tumore al momento della diagnosi e avviene similmente ad altri tipi di neoplasie.

Prevenzione e diagnosi

Nel caso in cui complicazioni alle ghiandole di Skene siano più gravi e arrivino a causare disturbi e dolore, è necessario rivolgersi a un ginecologo. Se le cisti sono evidenti, il medico è in grado di effettuare la diagnosi con un esame pelvico a occhio nudo. In questo modo può vedere già anche un’eventuale infezione. Nel caso in cui si sospetti un’infezione di tipo sessuale, viene fatto l’esame in laboratorio per evidenziare malattie sessualmente trasmissibili e decidere la terapia adatta. La diagnosi tumorale avviene attraverso la biopsia, che viene raccomandata ad ogni donna con cisti alle ghiandole sopra i 40 anni di età.

Prevenire disturbi alle ghiandole di Skene è possibile attuando degli accorgimenti che limitano l’insorgenza di infezioni e infiammazioni. È pertanto utile:

  • avere una buona igiene genitale e fare attenzione a come lavare correttamente la biancheria intima;
  • evitare l’abuso di salvaslip e assorbenti, e vestiti troppo attillati, per garantire la traspirazione cutanea;
  • utilizzare preservativi durante i rapporti.
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