Cos'è l'orgasmo di valle (e quello di monte) e come si raggiunge
L'orgasmo di valle non è un mito, ma una sensazione di benessere prolungato, una compenetrazione dell'anima (oltre il corpo).
L'orgasmo di valle non è un mito, ma una sensazione di benessere prolungato, una compenetrazione dell'anima (oltre il corpo).
Avete mai sentito parlare di orgasmo di valle? A una prima occhiata, quest’espressione lascia pensare che si tratti di un concetto in dicotomia con un altro: dove c’è una valle c’è anche un monte. E in effetti è così: «orgasmo di monte» e «orgasmo di valle» sono infatti dei concetti legati al sesso tantrico, quindi parliamo del lato spirituale del sesso e della sessualità.
Attenzione, però, occorre fare una distinzione precisa e importante: quando parliamo di sesso tantrico, in realtà, ci riferiamo alla disciplina del neo tantra, che del tantra inteso in senso classico può essere considerato una decontestualizzazione ed è l’unico che si occupa dell’aspetto sessuale. Il tantra, infatti, derivando i propri principi da yoga e hatha yoga, oltre che da pratiche del folklore indiano, è una filosofia di vita improntata alla spiritualità che, seppur non necessariamente condizionata dall’ascetismo, non ha nulla a che fare con la cornice sessuale ed erotica.
È importante fare questa distinzione perché noi per primi avevamo scritto cose errate, in questo e in altri articoli, che sono state corrette grazie alle segnalazioni arrivateci, fra cui quella della sex coach Carolina Benzi, a cui abbiamo chiesto, in questa intervista, di approfondire alcuni aspetti non chiari.
Uno dei modi in cui solitamente viene indicato l’orgasmo è «climax», cioè apice, picco. Ma quel climax è in realtà il cosiddetto orgasmo di monte.
Per comprendere, andiamo dietro l’immagine figurata: un monte, disegnato come uno stereotipo fisso, è una grande V rovesciata, in cui c’è una salita, un vertice e una discesa. In questa similitudine, la salita è rappresentata da tutte quelle azioni che vengono effettuate quando si fa sesso – dai preliminari, alla penetrazione, fino al cambio di posizione, eccetera. Quando si arriva in cima al monte, si prova appunto l’orgasmo di monte, ma la discesa è dolce e piacevole, non veloce e immediata. L’orgasmo di monte non scompare immediatamente ma, se “coltivato” nella maniera giusta, può permettere di raggiungere l’orgasmo di valle.
Nell’articolo L’arte di amare del sito di Osho – che in effetti del neo tantra può ritenersi uno dei fautori principali – si legge un invito a non staccarsi dopo aver raggiunto entrambi l’orgasmo: se non ci si separa si può raggiungere appunto l’orgasmo di valle, uno stato di profondo benessere e vicinanza, amore e meditazione che in qualche modo si compenetrano come i due corpi si sono compenetrati poco prima. Ma è possibile solo attraverso un’osservazione silenziosa, poco prima di tornare alla normalità, allo stato che precede il coito. Dopo ci possono stare anche dei momenti di coccole, anzi sono importantissimi, quasi essenziali, magari attraverso dei massaggi con gli oli, della buona musica e un po’ di candele profumate.
Per raggiungere l’orgasmo di valle… non bisogna fare nulla. Sì, vi sembrerà assurdo, ma in effetti tutta l’azione si è svolta prima e l’orgasmo di valle è appunto la fase speculativa e meditativa del rapporto.
Attenzione però: questo non significa che immediatamente dopo il rapporto dobbiate rivestirvi o mettervi a dormire, è proprio questo che il tantra consiglia di rifuggire. Il sesso è un momento sacro e come tale deve essere trattato. Ripercorriamo quindi le fasi del rapporto per comprendere meglio come comportarsi per comprendere meglio e per trarre il meglio dal sesso come esperienza che coniuga anima e corpo.
Siete a letto – o in qualunque posto vi aggradi – con il vostro o la vostra partner. Ci sono i preliminari e poi il rapporto vero e proprio che può comprendere o no la penetrazione. Il rapporto trova il suo culmine nell’orgasmo di monte – quando e se arriva – dopo di che ci si prende il proprio tempo. Restando vicini, abbracciati, in contemplazione. L’ideale è raggiungere il climax insieme, ma è qualcosa che può arrivare grazie a una profonda conoscenza e pratica reciproca – a volte anche di natura sentimentale, non solo spiccatamente sessuale. Per cui dopo il climax si sta fermi, ci si gode il momento, senza farsi cogliere impreparati da quello che solitamente si chiama periodo refrattario e che porta alla sonnolenza post-coito.
E dopo ancora? Potreste essere pervase per una sensazione di benessere che dura anche delle ore. Perché anche la vostra anima – oltre a naturalmente il corpo – ha trovato appagamento in quello che è avvenuto tra e lenzuola.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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