Contraccettivi per tutti i gusti: funzionamento ed efficacia dei metodi anticoncezionali

I metodi contraccettivi rappresentano una grande vittoria per il genere femminile. Nati nel periodo dell’Illuminismo in Francia – quando si iniziò a prestare attenzione alla donna e a evitarle troppe gravidanze. Oggi alcuni contraccettivi non sono solo il modo per evitare gravidanze indesiderate, ma a volte anche per evitare il contagio con malattie sessualmente trasmissibili. Alcune volte però i metodi anticoncezionali vengono ostacolati per ragioni culturali o religiose.

Un altro grande ostacolo ai contraccettivi è il loro costo. Soprattutto nei Paesi più poveri non è solo una questione di ignoranza a impedirne la diffusione, ma la possibilità in termini economici. Inoltre, invece, nei Paesi ricchi si lamenta la mancanza di informazione sui metodi anticoncezionali.

Contraccettivi per tutti i gusti: funzionamento ed efficacia dei metodi anticoncezionali

I contraccettivi a barriera

Il nome descrive già abbastanza bene il funzionamento di questo tipo di contraccettivi, che si basano per l’appunto su una barriera interposta tra i due apparati genitali (quello maschile e femminile) in modo tale che lo sperma non entri in contatto con gli ovuli. Vediamo insieme quali contraccettivi rientrano in questa categoria:

  • Il re dei contraccettivi: il preservativo. Il più conosciuto ed emblematico, il profilattico è anche uno dei pochi metodi ad offrire un’ottima protezione dalle malattie veneree, oltre che dalle gravidanze. Il che lo rende perfetto anche per i rapporti anali, essendo assolutamente versatile.
    Qualità garantita dalla semplicità di funzionamento che lo contraddistingue: si tratta infatti di una sottile guaina elastica che viene applicata sul pene in erezione, fornita di un piccolo serbatoio che raccoglie lo sperma dopo l’eiaculazione e ne impedisce la dispersione. È facilmente reperibile, ha un costo basso, non necessita di prescrizione e può essere conservato per circa due anni.
    A fronte di questi vantaggi, vi sono però alcune controindicazioni che a volte spingono a non utilizzarlo. Prima fra tutte la minore sensibilità per l’uomo, un fastidio che, seppure in parte sia vero, è ormai stato ampiamente ridotto dai preservativi ultra leggeri di ultima generazione, che si possono trovare anche in versioni anallergiche e in misure adattabili a qualsiasi pene. Se conservato e utilizzato correttamente ha un’efficacia che arriva al 99,8%.
  • Diaframma e cappuccio. Rientrano nella categoria dei contraccettivi a barriera due sistemi molto simili: il cosiddetto diaframma anticoncezionale e il cappuccio cervicale.
    Si tratta di piccole cupole di gomma da inserire all’interno della vagina prima di un rapporto. La differenza tra i due è costituita dalle diverse dimensioni, il cappuccio è infatti più piccolo e ha una maggiore adesione. Questi metodi non sono però molto diffusi, in quanto presentano più svantaggi che vantaggi.
    La diversa conformazione della vagina di ognuna di noi, il fatto se si abbia o meno mai partorito, la difficoltà d’inserimento ed estrazione, tutto questo li rende infatti metodi alquanto complicati.
    Inoltre, sopratutto per quanto riguarda il diaframma, l’efficacia di protezione non è molto alta, tanto che andrebbe sempre accompagnato dall’utilizzo di uno spermicida. Inutile poi dire che non possono far nulla contro le malattie veneree.

  • Il preservativo femminile, questo sconosciuto. Esiste poi un altro tipo di contraccettivo a barriera, che però non è ancora molto conosciuto, soprattutto in Italia. Si tratta sostanzialmente della versione “in negativo” del normale profilattico, parliamo del preservativo femminile.
    È composto da due anelli flessibili, collegati da una morbida guaina che può avere lunghezze diverse. L’anello interno (chiuso) va inserito in profondità nella vagina, mentre quello esterno rimane aperto all’esterno, consentendo così l’ingresso del pene.
    Ha un costo lievemente superiore al normale profilattico, ma ha il vantaggio di garantire all’uomo una maggiore sensibilità, ma al tempo stesso richiede una certa maestria per l’inserimento. Garantisce anche una buona protezione contro le malattie veneree.

I contraccettivi ormonali

Un altro modo per prevenire gravidanze indesiderate (ma assolutamente non le malattie veneree, è bene ricordarlo) è costituito dall’assunzione graduale e continua di ormoni da parte della donna, che vanno a intervenire ostacolando il processo di ovulazione e la fecondazione da parte degli spermatozoi. Vediamo assieme quali sono questi metodi:

  • La pillola anticoncezionale. Chiamata spesso semplicemente “pillola”, questo farmaco è composto da estrogeni e progestinici, va assunta in genere per 21 giorni, possibilmente sempre alla stessa ora, con un interruzione di 7 giorni, nei quali avverranno le mestruazioni.
    Gli effetti non si limitano ad abbassare sensibilmente la possibilità di gravidanze (l’efficacia è una delle più alte, arriva al 99.9%) ma intervengono anche su molti altri aspetti, tanto che a volte viene prescritta anche per curare altri disturbi. Riduce infatti il rischio di amenorrea, di cisti ovariche, di malattie tiroidee, di cancro alle ovaie e cura persino l’acne eccessivo.
    Necessita di prescrizione medica per essere assunta, anche perché è compito del ginecologo stabilire quale tipo di pillola è la migliore per noi.
    Purtroppo però molte donne sono ancora diffidenti nei confronti di questo farmaco, perché presenta alcune controindicazioni che, seppure oggi siano state molto ridotte, spaventano non poco, prima fra tutte il possibile aumento di peso, per non parlare poi delle preoccupazioni legale alle conseguenze del post-pillola.
  • Anello anticoncezionale. La via orale non rappresenta l’unica strada per l’assunzione degli ormoni necessari all’inibizione dell’ovulazione.
    Un’alternativa è rappresentata dall’anello vaginale, un piccolo anello di plastica morbida che, una volta inserito all’interno della vagina, consente il rilascio graduale degli ormoni. Rimane inserito per tre settimane e va rimosso alla quarta, quando avvengono le mestruazioni. È chiaro quindi come presenti subito il vantaggio di non doversi ricordare ogni giorno l’assunzione della pillola.
    Il diretto rilascio degli ormoni vicino all’utero, senza quindi passare dal filtro dell’apparato digerente, può però causare effetti collaterali più evidenti, anche se di sicuro l’efficacia è molto alta.

  • Cerotto anticoncezionale. Una terza opzione è rappresentata dall’assunzione transdermica (attraverso la pelle) grazie al cerotto. Proprio come l’anello, questo contraccettivo rilascia gradualmente gli ormoni che raggiungono direttamente il circolo sanguigno senza passare dallo stomaco.
    Il cerotto ha una durata di una settimana, quindi durante il mese ne andranno applicati tre (in zone diverse) per poi interrompere durante la quarta settimana.
    Così come l’anello, non è soggetto a complicanze dovute a vomito o diarrea, che invece interessano la pillola, ma ovviamente, se dovesse essere accidentalmente rimosso, perde di efficacia.

La spirale per chi vuole stare senza pensieri

La spirale anticoncezionale non rientra nelle tipologie di contraccettivi che abbiamo elencato fino a questo momento. Si tratta infatti di un piccolo dispositivo a forma di T che viene impiantato nell’utero da parte del ginecologo, per rimanervi per i successivi tre o cinque anni.
Esistono due tipi di spirali, quella ormonale e quella al rame. La protezione contro le gravidanze indesiderate è molto alta, in quando l’azione spermicida è parecchio efficace. Può essere rimossa in qualsiasi momento, ma è chiaro come questo metodo sia adatto a chi abbia un progetto di vita a lungo termine e, non potendo comunque nulla contro le malattie veneree, non idonea a chi abbia molti rapporti occasionali.

I metodi naturali

Esistono infine metodi contraccettivi che non prevedono l’utilizzo di nessun dispositivo, barriera o somministrazione di ormoni. Sono i cosiddetti metodi naturali, che in passato hanno costituito la maggior parte delle precauzioni che le coppie prendevano.
Si tratta però di sistemi la cui efficacia è molto più bassa degli anticoncezionali moderni. Vi elenchiamo qui i due metodi più conosciuti.

  • Il coito interrotto. Vittima di un’ironia molto casereccia, che sta anche alla base dell’appellativo “salto della quaglia”, questo sistema prevede semplicemente l’interruzione del rapporto da parte dell’uomo, che, proprio sul più bello, estrae il pene dalla vagina per eiaculare all’esterno.
    Si tratta di uno dei metodi più utilizzati nella storia dell’uomo, perché il più pratico da realizzare, ma anche uno dei meno efficaci. Di fatti, anche di fronte al partner con il self-control più impeccabile del mondo, questo metodo vacilla pericolosamente, perché nel liquido pre-spermatico che precede l’eiaculazione sono contenuti comunque degli spermatozoi, che possono benissimo fecondare l’ovulo.
    Quindi non facciamoci ingannare da futili promesse d’improvvisati partner ed evitiamolo, anche perché, inutile dirlo, non ha alcuna efficacia contro le malattie veneree. Potremmo anzi dire che, soprattutto a fronte di metodi molto più accurati, il coito interrotto non dovrebbe più rientrare tra i metodi anticoncezionali.
  • Il metodo Ogino-Knaus. Un altro metodo dall’efficacia bassa è quello Ogino-Knaus, detto anche del calendario, in quanto si basa per l’appunto sul calcolo dei giorni meno fertili del mese da parte della donna. Durante le settimane di “non ciclo” non siamo infatti sempre ugualmente fertili.
    È infatti stato calcolato che abbiamo una maggior probabilità di rimanere incinta tra il decimo e diciottesimo giorno (contando a partire dal primo giorno di ciclo). È chiaro come questo calcolo presenti lacune da ogni lato, in quanto occorrerebbe avere delle mestruazioni assolutamente regolari per farvi affidamento.
    Questo metodo, da anticoncezionale qual era, ha avuto però successo per il motivo opposto: può essere cioè utilizzato al contrario, prevedendo quali siano i giorni migliori in cui avere un rapporto se si desidera una gravidanza.

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